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Rio 2016 e il futuro della Ginnastica Artistica italiana

Creato il 17 settembre 2012 da Olimpiazzurra Federicomilitello @olimpiazzurra

Rio de Janeiro è già iniziata. Il quadriennio olimpico si è aperto proprio quando il braciere di Londra si è spento. Di fronte quattro anni di duro lavoro, quarantotto mesi di sacrifici, sogni e speranze. Tempo per migliorarsi, periodo per crescere. Per maturare e diventare grandi. La nostra ginnastica artistica è pronta alla sfida. Il Brasile chiama e attende la conferma (o un miglioramento) dello spettacolare (e storico) settimo posto ottenuto in Gran Bretagna, al cospetto dell’elitè mondiale di questo sport.

 

C’è una nidiata di ragazzine del ’97-’98 che promette davvero bene. Che non aspetta altro che mettersi in mostra, che vuole arrivare lontana. E che in parte c’è già arrivata. È la super squadra juniores che a maggio è stata capace di vincere l’argento continentale, il miglior risultato di sempre della Nazionale azzurra. Una nostra grande speranza per il presente e per il futuro. Le toscane Lara Mori e Alessia Leolini cresciute nel Giglio Montevarchi, la triestina Tea Ugrin (Artistica ’81, lei è classe ’98) e i due fenomeni brianzoli che hanno trascinato la formazione: Elisa Meneghini ed Enus Mariani. La prima quindici anni, la seconda quattordici. Due amiche, due rivali. Una col body della Gal Lissone, l’altra con quello della Pro Lissone. Il derby dei derby in una città che, con la vicina Meda, è uno dei grandi polmoni della disciplina. Sono due delle più grandi promesse del panorama italiano. In quel di Bruxelles la Mini ha conquistato un bellissimo bronzo alla trave e, per una serie di errori, è arrivata solo quarta nell’all-around a soli 75 millesimi dal podio, mentre Enus si è laureata campionessa europea nel concorso generale. Nemmeno sua maestà Vanessa Ferrari si era spinta a tanto (seconda ad Amsterdam 2004 per poi vincere l’iride dei grandi due anni dopo) e neanche Adriana Crisci che fu d’argento a Birmingham 1996. Da apprezzare la polivalenza di entrambe, fattore assai fondamentale in un concorso a squadre. Da applausi le parallele della Mariani, stupendo l’esercizio della Meneghini sugli imprevedibili 10cm. Leggere e precise, sono dotate di belle linee espressione di un talento naturale.

 

Attenzione però a non dimenticare la stupenda classe ’96 che ha sfornato due eccellenti ginnaste. Il mese di febbraio ci ha regalato Erika Fasana (Polisportiva Carnini Fino Mornasco) che ha avuto l’onore di essere la più giovane azzurra di tutta la spedizione olimpica. In Sudamerica la ragazza di Tavernola (Como) sarà sicuramente pronta per una nuova emozionante avventura. Il suo livello attuale è già molto alto: il suo adorato corpo libero ha ancora ampi margini di miglioramento, mentre il voltaggio può regalarle ancora molte soddisfazioni. Sarà sicuramente un punto di riferimento. Come dovrà esserlo assolutamente Francesca Deagostini (La Costanza Massucchi). Nata ad agosto, il leoncino di Milano è stata esclusa all’ultimo dal volo per Londra ed è determinatissima a un riscatto. Se riuscirà a confermare il suo standard costante di prestazioni e se il fisico, che l’ha tradita per tutta la carriera (e soprattutto nell’ultimo periodo), le darà una mano, Rio sarà sua. Atleticamente ha tutti gli attrezzi sottomano: deve solo risolvere un piccolo problema psicologico con le parallele (su cui in precedenza si difendeva egregiamente).

 

E l’annata precedente non è assolutamente da meno. Il 1995 porta il nome di due atlete olimpiche: Carlotta Ferlito (Gal Lissone) e Giorgia Campana (Olos Gym). La siciliana è ormai diventata la beniamina di migliaia di fans ma non ha perso lo smalto che l’ha portata ad essere la reginetta delle Olimpiadi Giovanili del 2010. La sua trave è di assoluto spessore, il volteggio risponde ancora bene, il corpo libero c’è (nonostante il grave errore londinese). Permangono le paure alle parallele, ma la sua presenza in Brasile dovrebbe (il condizionale è scaramantico e d’obbligo in questa circostanza) essere scontata.

La romana è stata portata in Gran Bretagna per le sue super asimmetriche. Presa dall’emozione ha sbagliato in eliminatoria, ma in finale ha davvero mostrata di che pasta è fatta. La romana è sicuramente una delle migliori espressioni all’attrezzo del Bel Paese. A ventuno anni potrà essere nel pieno della maturità e dare un contributo importante. Senza dimenticare la concittadina e coetanea Chiara Gandolfi che ha partecipato al collegiale preolimpico di Brescia e che porta in dote uno stupendo esercizio sugli staggi. Ilaria Bombelli, invece, deve ancora recuperare dagli infortuni che ne hanno bloccato la definitiva esplosione.

Vedremo anche se Giulia Leni (Brixia Brescia) mostrerà ancora ulteriori miglioramenti.

 

Su Elisabetta Preziosa (Gal Lissone, classe 1993) vertono mille punti interrogativi dovuti sia all’età sia alla sua tenuta mentale, dovuta spesso alla mancanza di convinzione nei propri mezzi che l’hanno portata a commettere alcuni errori.

 

E arriviamo al clou. Alla nostra campionessa. Alla capitana Vanessa Ferrari che paga ancora la delusione del risultato londinese. La bresciana avrà quasi ventisei anni e sarebbe alla sua terza partecipazione a cinque cerchi. Dipenderà solo da lei. Tutto sta nella sua testa e nella capacità che avrà nello smaltire l’amarezza per il quarto posto al corpo libero di un mese fa. Le dichiarazioni a caldo nel dopogara lasciano lo spazio che trovano. Se tirerà fuori la grinta che l’ha sempre contraddistinta e che l’ha fatta diventare la più grande ginnasta italiana di tutti i tempi niente e nessuno potrà fermarla. Il suo livello non si può e non si deve discutere. Le basta rimettersi in carreggiata per poter competere ancora ai vertici. Certo la ginnastica cambia, si evolve, richiede altri tipi di evoluzione, mutando i codici; lei è sulla breccia dell’onda da ormai un decennio e le avversarie sono sempre più agguerrite. Ma il talento e la classe non si perdono mai…

 

Senza dimenticare Serena Licchetta, Sara Ricciardi ed Emily Armi protagoniste del docureality Ginnaste-Vite parallele. E chissà che non possa saltare fuori qualche piccolo fenomeno nato nel nuovo millennio. Si sa, l’artistica è imprevedibile…

 

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OA | Stefano Villa

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